Proprietà del CBD - Benefici nel breve e lungo termine
In questo articolo esamineremo i benefici del CBD.
Prima di elencarli, bisogna capire cosa sia un cannabinoide. È una sostanza chimica di origine naturale, un composto chimico in grado di interagire con i recettori cannabinoidi del nostro organismo, detto anche sistema endocannabinoide. Di questi composti, attenzione, ne esistono decine. Il Cannabidiolo (CBD) è quello preso in esame nell’articolo. Altresì un composto chimico, è stato scoperto nella Cannabis sativa essiccata nel lontano 1940. Si trova anche nel luppolo e può essere prodotto per sintesi chimica.
Prima è stato soggetto a controversie, anche perché gli studi erano claudicanti e pochi. Col progresso della ricerca scientifica, si è scoperto che il CBD è una sostanza non psicoattiva, cioè non causa effetti spiacevoli o dipendenza da cannabis. Al contrario, elevate dosi di un altro composto chimico, il tetraidrocannabinolo (THC), causano effetti poco desiderabili.
I pregiudizi nascono nell’aver confuso i due composti chimici, per ignoranza. Oppure volutamente, per seguire magari una certa agenda politica. Il cannabidiolo della canapa sativa è privo di conseguenze, se non altro i suoi benefici sono molteplici, sia nel breve termine che nel lungo termine.
Il CBD è un fitocannabinoide che agisce in vie indirette sui recettori del sistema sopracitato, quindi esercita la sua azione non su una particolare patologia ma interviene a seguito di un qualsiasi squilibrio del nostro sistema endocannabinoide, dovuto ad uno stimolo, come ad esempio il dolore. Grazie a ciò, il CBD apporta benefici sul nostro organismo, dimostrandosi una sorprendente arma di battaglia terapeutica.
Vediamo i benefici nel breve termine.
1 – Proprietà del CBD nel breve e nel lungo termine
Benefici nel breve termine
Abbiamo detto che il THC altera la mente mentre il CBD stimola la guarigione. Ci sono benefici nel breve termine con la somministrazione di CBD.
Contro la nausea
La cannabis è risultata efficace nella lotta contro il senso di nausea e il vomito, oltre che prevenire i sintomi di nausea anticipata nei pazienti chemioterapici. Il dosaggio consigliato è da 3 a 30 mg di CBD giornalieri. Nei Paesi Bassi viene già prescritto come farmaco contro la nausea. Si raccomanda di consultare il proprio medico di fiducia prima di procedere con l’assunzione.
Riduce l’insonnia
In una società ipercompetitiva in cui si è di fretta, con tanti impegni, l’insonnia diventa un disturbo più diffuso di quanto si possa credere. Esistono farmaci che la riducono ma a volte portano con sé effetti collaterali. L’olio di cannabis potrebbe essere la giusta soluzione. Studi recenti hanno dimostrato l’efficacia del cannabidiolo nel trattamento dell’insonnia. Spesso è lo stress la causa principale dell’insonnia, perciò il CBD interviene come rilassante. Riducendo ansia e stress, migliora di conseguenza la qualità del sonno.
Si rivela un ottimo sostituto dei sonniferi, perché non crea dipendenza. Tra l’altro si è dimostrato utile pure per regolare i cicli del sonno, garantendo una finestra maggiore di tempo per i sonni profondi, oltre ad aiutare chi è dipendente dal fumo.
Riduce l’emicrania
Agendo su un neuro-modulatore, l’anandamide, può ridurre l’emicrania, una condizione particolarmente sofferta che si traduce in un mal di testa lancinante. Può causare vomito, fotosensibilità e nausea. Gli endocannabinoidi sarebbero capaci di inibire il rilascio dei neurotrasmettitori che controllano i segnali di dolore, interagendo con i recettori CB1.
Gli effetti nel breve termine includono pure la riduzione della pressione arteriosa, in particolare tende a diminuire la pressione massima. Può essere usata anche in maniera preventiva.
Benefici nel lungo termine
CBD e dolore cronico
Tra quelli a lungo termine, senza dubbio vi è la lotta contro il dolore cronico, anche quello neuropatico. Infatti il cannabidiolo, come detto prima, è in grado di influire su una delle molecole neuro-modulatrici associate alla percezione del dolore: l’anandamide. Ciò aiuta a dare sollievo sia in chi soffre di neuropatie (patologie che alterano le funzioni dei nervi dell’organismo) e sia in chi patisce di infiammazioni croniche. Nel caso della neuropatia, come la nevralgia trigeminale, gli studi dimostrano l’eccellente efficacia nel trattare i dolori causati da essa, in special modo riguardo i dolori neuropatici periferici, cioè inerenti al sistema nervoso periferico (i nervi che attraversano il nostro organismo).
Pure nei malati di depressione o ansia generalizzata può venire utile il CBD, giacché la sintomatologia psicosomatica è un fattore da non sottovalutare nelle malattie mentali. Infatti il cannabidiolo della cannabis interagisce con i recettori del sistema serotoninergico, perciò aiuta il paziente a combattere la fase cronica della malattia.
Contro l’epilessia
Alla famosa Charlotte Figi, bambina epilettica balzata agli onori della cronaca per l’uso della cannabis a livello terapeutico, le fu diagnostica la sindrome di Dravet. Dovette iniziare ad usare la sedia a rotelle per via dei problemi psicomotori ma cosa peggiore, doveva subire 300 crisi tonico-cloniche alla settimana. Le fu somministrata una terapia a base di cannabidiolo. Nel giro di poche settimane gli effetti furono sorprendenti: le crisi epilettiche della bambina passarono da 300 a settimana a 3 al mese.
L’olio di CBD viene utilizzato in molte ricerche, anche italiane, come in uno studio dell’Università di Genova. Offre conferme in merito all’efficacia dell’olio nel ridurre la sintomatologia epilettica anche se non la elimina del tutto. 27 dei pazienti (37 in totale) è stato testimone di una diminuzione di oltre il 50% delle crisi.
Ma come interagisce il CBD con i farmaci? Scopritelo.
Contro i sintomi psicotici della schizofrenia
Il cannabidiolo si è dimostrato utile come un farmaco antipsicotico ma con minori effetti collaterali. La psicosi della schizofrenia spazia tra allucinazioni, pensieri caotici e altri disturbi del pensiero. Questo perché come la neuropatia, il CBD va a interagire con l’anandamide, neuro-modulatore che simula gli effetti dei cannabinoidi presenti nella pianta di canapa. Aumentato il livello dell’anandamide, si riducono gli effetti psicotici nel paziente schizofrenico.
Approfondisci: Tutti i benefici per la salute del CBD
CBD e dieta
Il cannabidiolo può aiutare a dimagrire. Agendo sul sistema endocannabinoide, e precisamente sui recettori nervosi dell’apparato digerente, è possibile dimagrire con più facilità, grazie a una serie di fattori neurochimici.
Vi rimandiamo a questi articoli per saperne di più.
Leggi: CBD e Perdita di peso – Può davvero aiutare a Dimagrire?
Leggi: CBD e Dieta – Come Usarlo per Dimagrire
2 – Concludendo
L’organismo dell’essere umano è complesso e questo articolo ha dimostrato che possono esserci alternative ai classici farmaci che vengono prescritti, anche da accompagnamento. Il CBD della canapa sativa è una delle alternative. Se volete scoprire la differenza tra CBD e THC, leggete il seguente articolo.
LEGGI: CBD vs THC – Cosa sono e da cosa differiscono?
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