CHARLOTTE FIGI: Storia di una Bambina tra Epilessia e Cannabis
CHARLOTTE FIGI: Storia di una bambina tra epilessia e cannabis !
Purtroppo non siamo fortunati allo stesso modo. E per quanto tutti sfidiamo le avversità, sin dal momento in cui veniamo al mondo, tra pianti e luci abbaglianti, alcuni nascono nella cattiva sorte. Una volta era il destino, oggi sono le circostanze della vita, incluse le malattie. Charlotte è stata una bambina statunitense affetta dalla sindrome di Dravet, sindrome di natura epilettica caratterizzata da una prognosi grave e da problemi psicomotori ostici. Morì il 7 Aprile 2020, all’età di soli 13 anni, un fiore appena sbocciato.
E se anche fosse vero che Charlotte Figi è stata sfortunata, la sua tragica storia è balzata agli onori della cronaca mondiale, contribuendo a un cambiamento epocale sull’uso terapeutico della marijuana. Una radice sfortunata può produrre succosi frutti. Una storia sì di dolore, ma anche di determinazione e forza. La storia della cannabis si intreccia con quella di Charlotte. Senza di lei, forse era ancora illegale negli USA.
La storia di Charlotte Figi
Sembra quasi un disegno. Nata nell’Ottobre 2006, in periodo autunnale, nel Colorado Springs, Charlotte manifestò il suo primo attacco epilettico a soli tre mesi di vita. Durò trenta minuti, mezz’ora di terremoti d’ansia per i suoi genitori. Un genitore si aspetta di cullare il proprio figlio solo per calmare i suoi pianti, non delle gravi convulsioni. Le fu diagnostica la sindrome di Dravet. Dovette iniziare ad usare la sedia a rotelle per via dei problemi psicomotori ma cosa peggiore, doveva sorbirsi 300 crisi tonico-cloniche alla settimana.
Era dura non solo per lei ma anche per i suoi genitori. Volevano la figlia felice, priva di convulsioni. Cresceva e capiva sempre più. L’opportunità arrivò nel 2012, quando Charlotte aveva sei anni. Mentre cercavano delle cure sperimentali, la famiglia scoprì una cura sperimentale a base di cannabidiolo. Hanno indagato le sue proprietà antinfiammatorie e anticonvulsivanti, e si chiedevano per quale motivo non era una terapia così diffusa. Dopo numerosi tentativi, trovarono dei medici esperti disposti ad applicare la terapia CBD sulla loro bambina.
Charlotte iniziò ad assumere olio di cannabidiolo proveniente da un tipo di cannabis coltivata in Colorado chiamato “Hippie’s Disappointment”, contenente un basso livello di THC e un alto tenore di CBD. Nel giro di poche settimane gli effetti furono miracolosi: le crisi epilettiche della bambina passarono da 300 a settimana a 3 al mese, una differenza di magnitudo immensa. Riprese persino a camminare, questi furono i suoi veri primi passi nell’esistenza.
Il suo caso esplose nella cronaca statunitense perché ancora la cannabis era illegale nella maggior parte degli Stati. Fu talmente eclatante e miracoloso il caso di Charlotte che persone con problemi analoghi si trasferirono in Colorado per iniziare una terapia a base di CBD, permettendo loro una vita più dignitosa. Oggi sono 34 gli Stati che legalizzano la cannabis terapeutica. In pochi anni diventa una realtà accessibile, che ridona speranza a tanti malati.
Charlotte muore anni dopo per l’aggravamento di una polmonite, tra problemi respiratori e convulsioni. Il suo sorriso, tuttavia, rimane eterno. Si riflette in tutti quelli che oggi, grazie a lei, possono medicarsi con la cannabis.
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