Il DDL Cannabis rimane in quarantena al Parlamento: Governo assente alle necessità dei cittadini
Il DDL Cannabis Parlamento e Governo assenti alle necessità dei cittadini !
Nel Gennaio 2019 è stato proposto un DDL riguardo la cannabis legale in Parlamento, da parte del senatore Matteo Mantero. Il progetto aveva l’intenzione di rendere legale la coltivazione, la lavorazione e di conseguenza anche il commercio di prodotti, tra cui anche le infiorescenze, derivati dalla canapa.
In questo momento, a causa di molti fattori, il disegno di legge è stato accantonato lasciando molte persone nella terra di nessuno ovvero, con molte speranze e nessuna certezza.
In questo articolo vedremo le varie fasi della proposta e delle evoluzioni che ha avuto nel tempo, dei progressi e delle battute d’arresto che si sono verificate in questo processo burocratico.
In cosa consiste questo disegno di legge?
Il DDL in questione permetterebbe una coltivazione di un massimo di 3 piantine di cannabis femmine all’interno della propria abitazione o in forma associata (massimo di 30 soci). La detenzione domestica sarebbe tollerata fino ad un massimo di 15 grammi i quali diminuirebbero a 5 se ci si trova all’aperto.
La proposta andrebbe anche a toccare i commercianti e produttori di marijuana legale, olio CBD e di hashish CBD; inserendo ulteriori regolamentazioni al settore ed innalzando la percentuale massima di THC nei prodotti light fino ad un limite dell’1%. Secondo alcuni dati pubblicati sulla sua pagina Facebook personale il senatore sostiene che più del 70% dei cittadini sarebbe favorevole a tale proposta.
Perché la legalizzazione della cannabis è così importante?
Le motivazioni per cui la legalizzazione della cannabis dovrebbe essere attuata sono molteplici, ma le principali sono:
- Riduzione di spaccio e mercato nero
- Guadagni Statali a causa di tassazione e regolamentazione del commercio
Inoltre, un importante beneficio l’otterrebbero i consumatori i quali avrebbero a disposizione un prodotto di qualità superiore e soprattutto più sano poiché controllato e verificato. Secondo alcuni dati oltre il 90% dei campioni di marijuana analizzati sono provenienti dal mercato nero e presentano una moltitudine di sostanze nocive e dannose per la salute.
Come tutti sappiamo gli spacciatori, per aumentare il peso e di conseguenza il guadagno, tagliano l’erba con sostanze chimiche come veleno per topi, ammoniaca e molto altro. In questo modo un prodotto naturale come l’erba viene contaminato e reso molto dannoso falsandone anche gli effetti (sia positivi che negativi).
Nel nostro paese sono quasi 5 milioni i consumatori di hashish e marijuana, grazie al commercio legale sarebbe possibile fornire loro un prodotto migliore e soprattutto più sicuro dal punto di vista salutare.
Il senatore Mantero consiglia di prendere come modello alcuni Paesi che hanno già reso libera questa sostanza come Spagna, Olanda, Canada, California e molti altri. Gli studi statistici in questi paesi confermano che il numero dei consumatori non è cresciuto dopo la legalizzazione mentre crescono le casse dello Stato e si riducono quelle del mercato nero.
Dello stesso parere è anche la Direzione Nazionale Antimafia; la quale sostiene che la legalizzazione si un passo importante per combattere la criminalità organizzata.
La legge italiana sulla canapa industriale e legalizzazione della cannabis
La relazione del 2015 della Direzione Nazionale Antimafia
Nel report annuale del 2015 il DNA (Direzione Nazionale Antimafia) ha stimato che con la rimozione dei reati legati alla produzione e vendita di droghe leggere lo Stato italiano risparmierebbe quasi 800 milioni di euro. Questa somma viene spesa annualmente per perseguire e finanziare processi, procedimenti giudiziari e sicurezza per la lotta allo spaccio di stupefacenti.
Questo ingente utilizzo di risorse potrebbe invece essere impiegato nel contrasto allo spaccio e all’utilizzo di droghe pesanti che sono molto più pericolose sia per il consumatore che per terzi.
Perché la procedura del DDL Cannabis è ancora ferma?
La colpa di questi ritardi è dovuta alla politica ed ai partiti che si oppongono a questo cambiamento. La proposta è avvenuta quando al governo c’erano sia il Movimento 5 Stelle che la Lega ed il partito guidato da Matteo Salvini ha prontamente bocciato la proposta poiché non incline al loro pensiero sociale e politico.
Oltre al partito già citato anche Forza Italia ha imposto il suo veto; bocciando in senato anche gli emendamenti riguardanti la legge 242/2016 i quali legalizzavano il commercio della cannabis light e dei suoi derivati.
Dal 1° agosto 2020 la situazione è in fase di stallo e destinata a rimanere in questa situazione ancora per molto tempo. Inoltre gli ultimi avvenimenti di tipo sanitario ed energetico hanno fatto diminuire la priorità di questa proposta.
Non resta altro che spera nella lungimiranza e nell’onestà di questa classe politica che però sembra intenzionata e voltare la spalle a questo settore ed a tutti i benefici che ne porterebbe. Ma come si comportano gli altri Stati?
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